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Me ne vado a Disneyworld!

“Me ne vado a Disneyworld!” è stato il primo commento dell’artista americano Mike Winkelmann, in arte Beeple, dopo che il battitore di Christie’s ha chiuso l’asta per la sua opera Everydays: the first 5000 days al prezzo monster di 69.346.250 dollari. Lo sappiamo, il mercato dell’arte, e soprattutto quello delle aste, è imprevedibile e, spesso, ci abitua a prezzi folli per l’arte. Ma, in questo caso non è andato all’asta un pezzo di arte classica, ma un NFT, un file digitale, un enorme jpeg formato, appunto, da 5000 fotografie scattate dal primo maggio 2007 al 7 gennaio 2021. L’artista è stato celebrato dalla stessa casa d’aste che, in un tweet, ha ricordato come Beeple sia il terzo artista vivente per prezzo di vendita di una singola creazione. 

 

Ma cosa ha venduto veramente Beeple? Dopo la vendita record dell’opera il mondo ha imparato una nuova parola, NFT, letteralmente Non Fungible Token, gettoni non intercambiabili, cioè a tutti gli effetti, un certificato di autenticità digitale, attraverso il quale si certifica come originale un contenuto che quindi può essere venduto come tale e che sarà sempre distinguibile dalle sue riproduzioni. 

Gli NFT sono già in uso da qualche anno e, come detto, sono un sistema di autentica attraverso il quale contenuti digitali originali o rari possono essere scambiati su un mercato digitale, utilizzando una valuta digitale. Quindi un sistema di autentica che si accompagna a un altro sistema di autentica, legato piuttosto alle transazioni, che è quello della blockchain e che consente al legittimo possessore di detenere e scambiare sul mercato dei beni autenticati e che monitora la correttezza di ogni transazione, qualunque sia il bene scambiato, come file audio, foto, tweet, post, opere d’arte, o qualsiasi altra tipologia di contenuto esistente o ancora da inventare.

 

Nel mondo del web questi file digitali si possono vendere su diverse piattaforme. Come dice l’artista DotPigeon, queste sembrano tutte uguali, ma non lo sono. Alcune si somigliano perché l’oggetto è quello, ma le meccaniche di vendita e di selezione degli artisti cambiano da piattaforma a piattaforma.

La prima grossa distinzione generale è tra piattaforme curatoriali e quelle open: nelle curatoriali c’è un team che decide se chi fa application può entrare a far parte del roster (cioè dell’insieme di artisti che devono essere promossi) di artisti o meno. Nelle open chiunque può mintare il proprio pezzo e venderlo, cioè farne il NFT. Rarible e Open Sea sono open. SuperRare e Nifty Gateway sono curatoriali. Le piattaforme curatoriali non hanno l’esclusiva sugli artisti, ma sull’opera, quindi la stessa non può essere venduta su piattaforme diverse. La seconda distinzione è sulle tipologie di vendita consentite sulla piattaforma: per esempio SuperRare funziona ad aste, cioè tu metti il tuo pezzo e questo va all’asta per un determinato periodo di tempo, alla fine del quale l’offerta più alta vince: tendenzialmente parliamo di un solo pezzo, non si droppa una collezione intera nella stessa piattaforma, ma si distribuiscono i prodotti in edizione limitata e in piccole quantità in pochi negozi selezionati, spesso con breve o nessun anticipo sui social network. Piattaforme come Nifty Gateway permettono di strutturare il drop in maniere più complesse: puoi decidere se fare delle open edition, delle aste, delle silent auction o delle limited edition. Un grande vantaggio per chi vende su questo mercato sono le vendite secondarie: infatti gli artisti che rilasciano le proprie opere in NFT, hanno diritto a una royalty sul prezzo, nel caso l’opera fosse rivenduta.

 

Negli ultimi anni, grazie alle innovazioni tecniche della rete internet, abbiamo assistito alla nascita di nuove figure che hanno fatto del web la propria occupazione digitale. Ormai siamo abituati a youtuber e influencer famosi, a contenuti digitali di qualità che, spesso, fanno il salto e diventano dei programmi televisivi (ultimo caso quello del canale youtube di barbascura x). Il mondo dell’arte è solo l’ultimo sbarcato sul web, con tutte le difficoltà del caso, ma che sembra possa prendere piede molto velocemente, anche grazie al valore reale che viene dato a queste opere. 

“Il successo di Beeple è una dimostrazione delle emozionanti possibilità davanti a questo marketplace nascente”, conferma Noah Davis, specialista di arte del Dopoguerra e Contemporanea da Christie’s: “Il risultato di oggi è un campanello per tutti gli artisti digitali. Il vostro lavoro ha un valore. Continuate così”.

Come abbiamo sempre detto noi di yes-web, il mondo digitale, quello del web, può regalare infinite soddisfazioni e opportunità. Il web è una grande vetrina attraverso cui chiunque può farsi conoscere al mondo, può pubblicizzare i propri prodotti, venderli, fargli acquistare valore. Ma non è un mondo in cui si può improvvisare. Le dinamiche sono complesse, e per ottenere risultati ci vogliono diverse conoscenze e caparbietà. Perciò è sempre bene rivolgersi a dei professionisti competenti e preparati, anche solo per un consiglio o un piccolo aiuto. Noi amiamo il nostro lavoro, ne conosciamo le opportunità e sapremo sempre indirizzarti al meglio in ogni avventura vorrai intraprendere.

La transizione digitale

Vittorio Colao è il nuovo ministro per l’Innovazione Tecnologica e la Transizione Digitale. 

Il manager, ex ceo di Vodafone e già nella task force dell’ex Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, è stato dunque chiamato a guidare il dicastero che si occuperà di una delle maggiori sfide del Paese, perno insieme alla riconversione energetica del Next Generation Ue e che dovrà gestire una gran parte degli oltre 200 miliardi di fondi del Recovery Plan italiano.

Per la transizione digitale vengono stanziati oltre 46 miliardi di euro, che verranno utilizzati per la digitalizzazione, innovazione e messa in sicurezza della P.A., per la digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo e per il turismo e la cultura 4.0

Il compito di Colao è delicato e dovrà essere trasversale rispetto a molti ministeri, in quanto la digitalizzazione riguarderà tutti i settori del nostro Paese. 

 

Colao aveva già tracciato chiaramente il suo programma qualche mese fa nell’ambito della task force da lui capitanata, culminata nel documento “Iniziative per il rilancio Italia 2020-2022”. Il piano prevedeva una roadmap per spingere l’infrastrutturazione in fibra a livello nazionale e in particolare la banda ultralarga nelle aree grigie e in tutte le strutture pubbliche, in particolare scuole e ospedali, ed una spinta forte anche al 5G partendo dall’innalzamento dei limiti dell’elettrosmog. 

La digitalizzazione era stata a suo tempo classificata come il primo dei tre “assi di rafforzamento” per la trasformazione del Paese, seguito da Rivoluzione verde e Parità di genere e inclusione.  

 

Per raggiungere questi obiettivi si è creato il Comitato interministeriale per la transizione digitale. 

Un luogo strategico, che dovrà garantire velocità di esecuzione e trasversalità dei progetti. Questo sarà presieduto da Colao e sarà composto dal ministro  per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta, dal ministro dell’Economia e delle finanze Daniele Franco, dal ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, dal ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, dal ministro della Salute Roberto Speranza

 

Per quanto riguarda il ministero presieduto da Colao, sono attribuite le seguenti competenze in materia di transizione digitale: “Promuove, indirizza, coordina e verifica l’azione del Governo nelle materie dell’innovazione tecnologica, dell’attuazione dell’agenda digitale italiana ed europea, della strategia italiana per la banda ultra larga, della digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni e delle imprese, nonché della trasformazione, crescita e transizione digitale del Paese, in ambito pubblico e privato”.

 

Perciò il nuovo ministero si troverà da subito ad affrontare una grandissima sfida che si svilupperà su due direttrici principali: la prima è quella della costruzione di infrastrutture per la banda ultralarga, quali la fibra e le antenne 5g, la seconda è l’ammodernamento della pubblica amministrazione. 

 

Piano fibra e rete 5g

E’ un tema ricorrente, la digitalizzazione in Italia procede a rilento e, il piano della banda ultra larga, è in ritardo di qualche anno rispetto al rollino di marcia prestabilito. Questi ritardi derivano da vari fattori, come la difficoltà di costruire infrastrutture per la rete in fibra ottica o la resistenza e i dubbi di una parte dell’opinione pubblica sulle reti 5g, considerate, erroneamente, dannose per la salute. Questa reticenza, inevitabilmente, si ripercuote sui tempi di realizzo di queste importanti opere. 

 

La sfida è imponente ma non impossibile. Grazie anche ai fondi del recovery plan c’è una volontà molto forte di imprimere una decisa accelerata nella realizzazione di queste infrastrutture che diventeranno di importanza fondamentale in un futuro molto prossimo. Infatti sempre più settori graviteranno intorno all’innovazione tecnologica, la riforma della pubblica amministrazione sarà nella direzione della digitalizzazione e le opportunità che il 5g ci darà nella gestione dei processi automatizzati saranno fondamentali per la rinascita del paese. 

Noi, professionisti del web e utenti, dobbiamo farci trovare preparati a raccogliere e capire questa nuova sfida, supportarla e farla nostra. Il web sarà sempre più presente nelle nostre vite, dobbiamo renderlo un posto sano, sicuro, democratico e ricco di opportunità per il nostro futuro e quello delle generazioni successive.

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