Lectio Magistralis di Alec Ross

 

“Solo gli ottimisti cambiano il mondo. I prossimi 10 anni saranno migliori degli ultimi 10”

(Alec Ross) 

 

Alec Ross è un esperto americano di politiche tecnologiche, imprenditore e autore: ha ricoperto il ruolo di Senior Advisor for Innovation per Hilary Clinton durante il suo mandato di Segretario di Stato e quello di Coordinatore per il comitato Technology & Media Policy durante la campagna presidenziale di Barack Obama nel 2008. Dopo aver lasciato il Dipartimento di Stato nel 2013 ha assunto il ruolo di Visiting Professor presso il King’s College di Londra e di Distinguished Senior Fellow alla Columbia University. Alec Ross ha ricevuto diversi premi e riconoscimenti tra cui spiccano lo “U.S. Department of State Distinguished Honor Award”, il premio “Oxford University Internet & Society Award” e suo libro “The Industries of the Future” è stato nominato libro dell’anno al TriBeCa Film Festival ed è stato tradotto in ventiquattro lingue ed è stato inoltre menzionato tra i 100 “Global Thinkers” dalla rivista Foreign Policy.

 

A distanza di qualche anno e nel mentre di una pandemia mondiale Alec Ross ritorna sui contenuti de Il nostro futuro, per tratteggiare che cosa aspettarci nei prossimi anni. Alec Ross ha lavorato per anni alla frontiera del cambiamento, viaggiando in tutto il mondo, dal Kenya delle start-up alla Corea del Sud dei fantascientifici laboratori di ricerca, per cogliere gli sviluppi tecnologici in tempo reale. Vero e proprio “futurologo”, Ross ha scritto questo libro con uno scopo ben preciso: raccontare a tutti il futuro che ci aspetta, per aiutarci a trovare il nostro posto nel nuovo mondo: “Vent’anni fa avrei voluto leggere un libro capace di prevedere la rivoluzione di internet. Oggi ho provato a scriverlo io: dal codice informatico al codice genetico”. Passando dalle analisi economiche più dettagliate al racconto appassionante di storie concrete dai quattro angoli del pianeta, Ross affronta tutti i temi più caldi dell’innovazione – dalla ricerca genetica alla cybersicurezza alla rivoluzione dei Big Data – evidenziando le sue ricadute sulle decisioni che ognuno di noi dovrà prendere nei prossimi vent’anni: cosa studiare (e cosa far studiare ai nostri figli)? Che lavoro scegliere? Come investire i nostri risparmi?

 

Ospite alla Milano Digital Week 2021, nella sua lectio magistralis ci ha illustrato quali secondo lui sono le direttive del cambiamento e come il nostro Paese possa farle sue, affrontando le nuove sfide che il futuro ci riserverà. Ross ci parla di tendenze che sono state accelerate dalla comparsa del covid e dal cambiamento nella nostra quotidianità che la pandemia ha causato. Ne individua 4:

 

  1. Digitalizzazione: negli ultimi due anni il numero di dispositivi connessi alla rete è raddoppiato, passando da circa 17,5 miliardi del 2018 ai 35 miliardi del 2020. Questo è dovuto all’ingresso nel mondo digitale di settori che consideravamo ancora analogici, come l’agricoltura, la moda, le spedizioni. Quando usciremo dalla crisi pandemica, il nostro Paese, dovrà correre per digitalizzare i settori ancora obsoleti, in modo da velocizzare quei processi ancora lenti e macchinosi, come quelli della burocrazia, vero problema in Italia. La lenta digitalizzazione e la lentezza della burocrazia, portano a considerare l’Italia un partner non vantaggioso per tanti investitori stranieri che preferiscono destinare il loro denaro altrove.

  2. Legame tra Università e impresa: negli USA e nel Regno Unito molte imprese di successo nascono all’interno dei campus universitari. E questo è possibile anche in Italia, ma occorre abbattere le barriere tra l’università e il mondo dell’impresa, affinchè ci sia maggiore collaborazione tra questi due soggetti. In quasi tutto il mondo si sta investendo in maniera massiccia per il post pandemia, mentre in Italia questi investimenti sono più timidi. L’economia ha bisogno di fondi e di sicurezza per poter essere competitiva sin da subito e potersi rilanciare immediatamente appena la piaga del covid sarà scomparsa. L’Italia deve evitare le trappole politiche e non sbagliare a investire i miliardi del recovery cercando di salvare il sistema esistente, ma rinnovandolo e investendo su un sistema più efficiente, costruendo nuove infrastrutture economiche, costruendo un legame solido tra università e impresa, che possa portare a una crescita costante nei prossimi anni.

  3. Il fallimento:  purtroppo, dopo la base che si è creata a partire dal secondo dopoguerra, la paura del fallimento è un sentimento molto sentito dall’italiano. Se si fallisce è uno scandalo, un problema grave a livello sociale, il fallimento in Italia non è contemplato, viene punito troppo severamente, e questa paura fa da deterrente per la nascita di nuove imprese e sturtup di valore. Secondo Ross, l’economia italiana dovrebbe abbandonare questo tratto culturale e legale e non punire più così severamente il fallimento che, molte volte, può essere un importante esperienza per il futuro.

  4. Next generation: abbiamo imparato questa parola nell’ultimo anno, attraverso l’iniezione europea di soldi per creare un ambiente e una prospettiva per i più giovani, per investire su di loro. Purtroppo in Italia i ruoli importanti sono spesso, se non sempre, occupati da persone non più giovani. Noi ci mettiamo troppo tempo a valorizzare le persone e, nel nostro immaginario, un ruolo importante è legato più all’anagrafe che alle conoscenze e capacità. 

 

“Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”

(Il Gattopardo)

 

Il 2021 deve essere un anno di ripresa e crescita, un anno in cui il nostro Paese deve rinascere come nel dopoguerra. I ruoli sociali ed economici devono essere rivisti e rivalutati e, insieme ai giovani, bisogna essere consapevoli del prezioso aiuto che le donne sono per la società. I Paesi meglio gestiti durante la pandemia avevano a capo un premier donna, pensiamo alla Nuova Zelanda. Il problema è che ci sono talmente poche opportunità per le donne e per i più giovani, che chi si è distinto è visto come un’eroina o un piccolo genio, quando invece non è assolutamente così. 

 

Il nostro futuro è nelle nostre mani, siamo ad un punto di svolta nel quale possiamo decidere come plasmare gli anni che verranno, sia dal punto di vista economico che da quello sociale. La tecnologia e le nuove forme di comunicazione cresceranno sempre di più, e dobbiamo essere pronti ad affrontare queste nuove sfide, in maniera giovane e dinamica, come facciamo noi di yes-web

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