Per anni, chi aveva un sito web si preoccupava soprattutto di una cosa, la più importante e quella per cui molti clienti continuano a chiedere spiegazioni e rassicurazioni, farsi trovare su Google. Qualche tempo fa l’operazione era abbastanza semplice, bastava lavorare sulle parole chiave, scrivere testi ottimizzati, curare la velocità di caricamento, aggiornare costantemente il sito, creare traffico, e c’era una buona possibilità di comparire tra i primi risultati.
Oggi il panorama sta cambiando velocemente. Sempre più persone non digitano più una ricerca, ma fanno una domanda diretta a un’Intelligenza Artificiale. Che si tratti di ChatGPT, Microsoft Copilot, Google Gemini o Perplexity, la logica è la stessa: l’utente riceve una risposta immediata, soddisfacente, senza neppure aprire una pagina web, perciò più velocemente. Questo significa che le tradizionali tecniche di SEO non bastano più. Dalla spinta data dalle AI nasce l’AEO, acronimo di Answer Engine Optimization, un approccio nuovo di ottimizzazione che permette di fare citare il tuo contenuto alle AI, come fonte autorevole nelle loro risposte.
Perché l’AEO è così importante?
Immagina di avere un ristorante e che un utente chieda a un’IA: “dove posso mangiare i migliori arrosticini a Pescara?”. L’assistente cercherà fonti online, le riassumerà e ne estrarrà una risposta pronta. Se il tuo sito è strutturato bene, aggiornato e credibile, potresti essere proprio tu a essere citato, magari anche con una piccola descrizione del posto o della tua tipicità. Il vantaggio è evidente, ottieni visibilità senza passare dalla classica classifica di Google. E in un momento in cui il traffico organico dai motori di ricerca sta calando, essere la fonte per un assistente AI può fare la differenza, e sicuramente la farà in un futuro prossimo.
Ma come funziona in pratica l’AEO? Questa nuova tecnica si basa su un concetto semplice ma strategico, quello di scrivere contenuti che rispondano in modo chiaro e completo alle domande reali delle persone, strutturandoli in modo che siano facilmente interpretati dalle AI.
Il primo passo, naturalmente, è conoscere le domande, non basta immaginarle, ma bisogna intercettarle nei commenti sui social, nei messaggi ricevuti dai clienti, nelle ricerche frequenti su Google o con strumenti che analizzano le query più comuni. Una volta individuate, queste, diventeranno il cuore dei tuoi articoli, dei tuoi post, delle tue vetrine digitali o delle tue campagne di web marketing, che andranno scritte in un formato domanda e risposta: si inizia con una spiegazione breve e diretta, per dare subito il valore che l’utente cerca, e poi si amplia con dettagli, esempi, casi reali. La freschezza dei contenuti è un altro fattore decisivo. Infatti, un testo di due anni fa, anche se ottimo, rischia di essere scavalcato da articoli più recenti. Aggiornare regolarmente ciò che hai già pubblicato, aggiungendo dati nuovi, modifiche normative, trend del settore, è un segnale di affidabilità sia per i lettori che per le AI.
L’autorevolezza, neanche a dirlo, gioca un ruolo chiave: fonti ufficiali, link a studi attendibili, dati verificati, ogni volta che un contenuto appare solido e documentato, aumenta la probabilità che venga selezionato come fonte. Anche il modo in cui si presenta l’informazione conta: paragrafi brevi, frasi chiare, elenchi per evidenziare concetti importanti, non sono solo una questione di leggibilità per l’utente umano, ma di interpretazione corretta da parte dei sistemi di risposta. Infine, non bisogna dimenticare un aspetto tecnico ma accessibile, cioè l’uso di dati strutturati, come quelli previsti da schema.org. Ad esempio, inserire una sezione FAQ in fondo a un articolo non solo aiuta chi legge, ma rende più facile alle AI estrarre risposte dirette.
Vediamo un esempio pratico: poniamo che Yes-Web voglia scrivere un articolo per il blog su come aumentare le vendite online in un piccolo negozio. Invece di un testo generico, la struttura sarà questa:
- Il titolo sarà una domanda chiara e concisa
- I primi paragrafi daranno subito la risposta essenziale.
- A seguire avremo un approfondimento con strategie concrete e casi reali.
- Si citeranno sempre fonti e dati ufficiali per dare credibilità.
- L’articolo si chiuderà con una breve sezione di domande frequenti, ideali e ottimizzate per i motori di risposta AI.
Questo approccio aumenta le probabilità che, quando un utente chiede a un’IA come far crescere un e-commerce locale, la risposta contenga proprio le informazioni di Yes-Web.
L’AEO non sostituisce il SEO, lo completa
È importante chiarirlo, anche in maniera decisa, non si tratta di abbandonare la SEO tradizionale, le ricerche classiche esistono ancora e resteranno fondamentali sempre. L’AEO è un’evoluzione che si aggiunge agli strumenti di visibilità online e apre un nuovo canale di contatto con il pubblico. Chi inizia ora avrà un vantaggio enorme, in quanto la concorrenza è ancora ridotta e le opportunità di emergere come fonte autorevole sono più alte.
Il futuro della visibilità online, perciò, non si giocherà solo sulle pagine dei motori di ricerca, ma anche dentro le risposte generate dall’Intelligenza Artificiale. Prepararsi oggi significa non solo adattarsi a un nuovo modo di cercare informazioni, ma posizionarsi come punto di riferimento in un ecosistema digitale in piena trasformazione.
Noi di Yes-Web crediamo che innovare sia la chiave per crescere. E l’Answer Engine Optimization è uno di quei terreni su cui muoversi subito, prima che diventi una corsa affollata.