Quando pensiamo a internet, immaginiamo siti web, social, e-commerce, hacker, e tante altre cose. Ma dietro tutto questo, lo sappiamo bene noi addetti ai lavori, c’è una gigantesca infrastruttura fatta di server, cavi e centri di calcolo, cioè i datacenter. È un argomento che abbiamo già trattato in un altro articolo, e ne abbiamo già esaltato la tecnica e le prerogative, oggi però una nuova frontiera si sta facendo spazio silenziosamente, ma con grande potenziale. Parliamo dei datacenter sottomarini.
Cosa sono i datacenter sottomarini?
Sono, come ci dice il nome, centri di calcolo installati sotto il livello del mare, spesso dentro capsule o container stagni, immersi a decine di metri di profondità. Sembrano fantascienza, ma realtà come Microsoft li stanno già testando da anni. Infatti nel 2018, il colosso americano ha lanciato Project Natick, un esperimento che ha visto un datacenter lavorare per due anni sul fondo del mare in Scozia. I risultati? Promettenti: meno guasti, temperature stabili e una maggiore efficienza energetica. Nonostante i dati più che promettenti, come rivelato dall’azienda di Redmond: “sebbene al momento non disponiamo di data center sottomarini, continueremo a utilizzare Project Natick come piattaforma di ricerca per esplorare, testare e convalidare nuovi concetti sull’affidabilità e sostenibilità dei data center, ad esempio con l’immersione in liquidi”. Sarà interessante vedere come Microsoft sfrutterà le lezioni apprese da questo esperimento. L’azienda di Redmond avrà infatti bisogno di costruire più data center in futuro, per migliorare i suoi servizi dedicati all’intelligenza artificiale.
Anche la Cina investe nel mare
La Cina non è rimasta di certo a guardare. Recentemente, la China Offshore Oil Engineering Company, in collaborazione con altre realtà tecnologiche, ha completato la costruzione del primo datacenter sottomarino commerciale nel Mar Cinese Meridionale. Si tratta di un impianto avanzato, progettato per essere modulare, efficiente e scalabile. L’obiettivo è chiaro: ridurre i consumi energetici e garantire servizi cloud più rapidi e stabili, in linea con la crescente richiesta di dati nel paese. La Cina, che ha già implementato i suoi server con l’AI di Deepseek, punta a rendere questa tecnologia parte integrante della propria infrastruttura digitale, sfruttando al massimo le sue vaste coste.
Perché sotto il mare?
Vero, quando pensiamo a qualunque struttura sottomarina, la nostra mente va subito a pensare a tutte le complicazioni ingegneristiche della sfida. Ma, nonostante la sfida tecnologica, questa soluzione offro diversi, e importanti, vantaggi:
Raffreddamento naturale: i server generano molto calore e tenerli al fresco è costoso. L’acqua del mare offre una soluzione economica e sostenibile.
Risparmio energetico: meno energia per il raffreddamento significa bollette più leggere e meno impatto ambientale.
Maggiore affidabilità: incredibilmente, i datacenter sottomarini sembrano avere meno problemi hardware. L’ambiente chiuso e controllato riduce l’usura delle macchine.
Scalabilità e rapidità: Un datacenter subacqueo può essere costruito e messo in funzione più velocemente rispetto a uno tradizionale.
Una tecnologia con prospettive interessanti
Per chi non lavora nel mondo del web, questa tecnologia può sembrare lontana, ma non lo è. I datacenter sottomarini potrebbero rappresentare una svolta anche per le web agency, le piattaforme online e i servizi cloud, soprattutto in un’ottica di sostenibilità e performance. Immagina di ospitare il tuo sito su server più veloci, più stabili e più green. Non è solo una questione tecnica, è una scelta di visione, che può fare la differenza anche nella comunicazione e nel posizionamento del brand.
Naturalmente siamo solo all’inizio. Servono ancora test, investimenti e studi di lungo periodo. Ma la direzione è chiara: il mare potrebbe diventare uno dei grandi alleati della rete del futuro. In un mondo dove la domanda di dati cresce ogni giorno, e noi di yes-web lo sappiamo bene, trovare soluzioni intelligenti e sostenibili non è più un’opzione ma una necessità.