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I social ti cambiano la vita

Con mollica o senza, la storia di Donato

Tutti lo abbiamo sentito almeno una volta: “con mollica o senza?”, detto con inequivocabile accento napoletano. Già una frase che è impazzata su tutti i social sino a quando Donato de Caprio non è stato costretto a sospendere i suoi video e, alla fine, è stato allontanato dalla salumeria dove lavorava.

Per qualche tempo Donato ha continuato a pubblicare i video dei suoi panini da casa, anche se il pubblico era notevolmente calato, sino a quando, nella sorpresa generale, annunciava insieme a un socio, l’apertura di un nuovo punto vendita tutto suo. Sembrava la solita storia acchiappa like spammata su tutti i social, infatti il progetto sembrava abbandonato, sino al 27 febbraio quando, nello stupore generale ancora maggiore, ha inaugurato il suo punto vendita.

Sin qui sembra una normale storia imprenditoriale come tante, ma la differenza fondamentale sta nel fatto che Donato non è uno chef rinomato, né un funambolo del comfort food, ma ha raggiunto talmente tanta popolarità sui social, semplicemente imbottendo panini, come in qualunque salumeria napoletana. 

Si, non è una notizia incredibile, non è la prima volta che vediamo come un astuto uso dei social possa portare a un successo esponenziale, pensiamo all’antico vinaio di Firenze e le sue schiacciate o alla quantità di pizzaioli che condividono idee, ricette e sfiziosità. Ma in questo caso non è solo il cibo il protagonista, non ci sono ricette elaborate, ma semplici panini con mollica, o senza appunto. Il vero protagonista è il personaggio, un personaggio anonimo, diventato virale e desiderabile grazie a una frase sui social e alla voglia di far vedere il suo lavoro.

Anche i suoi video non sono mai strutturati, una telecamera con un’inquadratura fissa, il focus sul banco,  volume di registrazione basso, molto molto amatoriali. Ma, si sa, Tik Tok a volte premia gli audaci e i folli, e così in pochissime settimane il profilo di Donato è riuscito a contare più di due milioni di followers. 

TikTok è diventata una delle app più popolari al mondo grazie alla sua capacità di creare contenuti virali e coinvolgenti. Ci sono molti motivi per cui alcuni personaggi diventano virali, tra i quali:

  • Originalità: i personaggi che diventano virali spesso offrono qualcosa di nuovo e originale che attira l’attenzione degli utenti.
  • Condivisione: gli utenti di TikTok tendono a condividere i contenuti che trovano interessanti o divertenti con i propri amici, contribuendo così alla diffusione virale dei personaggi.
  • Coinvolgimento dell’utente: i personaggi virali di TikTok spesso coinvolgono gli utenti in modo diretto, chiedendo loro di partecipare alle sfide o di rispondere alle domande.
  • Tempestività: i personaggi che diventano virali su TikTok spesso rispondono alle tendenze attuali o alle sfide popolari, attirando l’attenzione degli utenti.
  • Qualità del contenuto: i personaggi che diventano virali su TikTok spesso hanno un contenuto di alta qualità, che cattura l’attenzione degli utenti e li tiene incollati allo schermo.

In sintesi, i personaggi virali su TikTok si distinguono per la loro originalità, coinvolgimento dell’utente, qualità del contenuto e tempestività, e vengono spesso condivisi dagli utenti della piattaforma, contribuendo alla loro diffusione, e il caso di Donato è sicuramente ascrivibile sotto la voce della condivisione. Come detto non offre un contenuto studiato, né dà al suo pubblico qualcosa di qualità, ma offre uno spaccato di vita vissuta reale e genuina, trasmettendo la sua passione per il lavoro, nel fare quei panini. 

Noi di yes-web non possiamo ancora sapere se il successo sui social possa equivalere anche a un successo imprenditoriale, ma sicuramente, se usati bene, i social possono diventare un’arma pubblicitaria e di condivisione molto importante, sempre a patto che siano gestiti in maniera adeguata.

Il marketing digitale nel 2023: quali novità?

Ormai siamo entrati nel 2023 e, purtroppo, non sarà un anno privo di tensioni internazionali e di diverse problematiche in generale. Nonostante il panorama che si prospetta, le aziende non possono comunque interrompere la pianificazione per l’ anno che ci si presenta, anche perchè gli indicatori di crescita appaiono comunque positivi. Per continuare a crescere e sopravvivere i leader aziendali devono mettere in campo diverse strategie, e il marketing avrà un ruolo importante tra queste.

Per aiutare le attività a capirsi in queste nuova giungla, e a capire realmente di cosa avranno bisogno, siamo andati a guardare quali sono le principali tendenze e previsioni di marketing secondo i leader di Google, e abbiamo individuato cinque ambiti principali:

  • Pubblicità con uno scopo

Lo abbiamo visto e lo stiamo vivendo sempre più: la società sta dando una grandissima importanza alla sostenibilità e all’eticità. C’è l’idea che i brand aiutino a rendere le scelte sostenibili più gestibili. Ci si aspetta, inoltre, che le organizzazioni intensifichino il loro impatto sulla società e mantengano le promesse quando passano all’azione. In risposta, vediamo che i brand passano dal semplice cercare di ridurre al minimo il proprio impatto ambientale a concentrarsi su uno scopo più ampio,  assumendo un ruolo più attivo per evidenziare cause importanti e ispirare l’azione. E anche nel nostro piccolo dobbiamo tenere in considerazione questa tendenza, cercando le proposte più consone alle proprie possibilità. L’importante è che la campagna sia fattibile in realtà. (Mailine Swildens)

  • Piani media più inclusivi

Il settore pubblicitario si è concentrato molto su una rappresentazione più inclusiva negli ultimi anni. Questo lavoro deve ora estendersi ai piani media. Non è solo importante che le persone sentano affinità con chi vedono e ascoltano, ma, soprattutto, è fondamentale che l’esperienza si svolga in ambienti a loro familiari.

A intralciare la stesura di piani media inclusivi, tuttavia, possono intervenire pregiudizi involontari. Per poter veramente coinvolgere un pubblico eterogeneo ed entrare in sintonia con quest’ultimo, i professionisti del marketing devono affrontare questi preconcetti e considerare quale azione può essere intrapresa per supportare in modo autentico le voci e le comunità sottorappresentate. (Nishma Robb)

  • Privacy

Le esperienze di privacy incidono sulla fiducia degli utenti. Non dobbiamo più sorprenderci nell’apprendere quanto possa essere dannosa una cattiva esperienza di privacy online. Infatti i consumatori considerano le cattive esperienze sulla privacy dannose quasi quanto un furto dei loro dati. 

Le esperienze online devono essere fornite garantendo la privacy che le persone si meritano, qualunque sia il livello. Nel 2023 dobbiamo offrire ai clienti tutto il necessario perché siano e si sentano in controllo dei propri dati. Quando manca loro il controllo sui propri dati, le persone diventano scettiche nei confronti del marketing digitale. Sarà perciò indispensabile offrire strumenti accessibili e comprensibili che i clienti possono utilizzare per gestire la propria privacy, ogni volta che lo desiderano. (Matt Brittin)

  • Generazione Z

La generazione Z è la prima a essere cresciuta completamente con la presenza costante di internet nelle loro vite. Il loro modo di vivere, lavorare, informarsi, gestire le più diverse relazioni, è totalmente interconnesso e il loro stile di navigazione è in costante evoluzione. Nel 2023 questa parte di pubblico sarà importante e sarà indispensabile raggiungerlo. Non dobbiamo fare l’errore, però, di cercare di portare questa generazione nel nostro mondo, ma siamo noi che dobbiamo entrare nel loro. (Julia Hoffman)

  • Realtà aumentate

La pandemia, lo sappiamo bene, ha fatto registrare un’impennata dello shopping online, che ha accresciuto l’importanza per i brand di essere innovativi negli ambienti offline. Nel 2023 l’esperienza del cliente in negozio dovrebbe aggiungere un valore unico. Si tratta di incoraggiare le visite nel negozio fisico parallelamente allo shopping online, attraverso la creazione di un negozio ibrido e sempre maggiormente interconnesso.

La realtà aumentata (AR) e altre esperienze immersive diventeranno fondamentali per raggiungere questo obiettivo. L’aumento dell’uso della tecnologia AR significa inoltre che nel 2023 si diffonderà sempre più la domanda di esperienze coinvolgenti da parte dei consumatori. In effetti, le previsioni indicano che più di un terzo della generazione Z farà acquisti con l’AR entro il 2025.

Seguendo questo trend, alcuni brand, come miss Dior e Burberry, hanno già sperimentato questo tipo di campagne. (Stephanie Horton)

Da questa lista mancano le Intelligenze Artificiali (AI) che stanno creando un grande dibattito e curiosità in questo inizio anno, e che sicuramente ricopriranno un ruolo importante nelle strategie di marketing del 2023.

Noi di Yes-Web teniamo in grande considerazione questi trend e li analizziamo costantemente per poter offrire sempre la soluzione migliore e più moderna per i nostri clienti. 

Una chiacchierata… virtuale

L’abbiamo aspettata tanto, ma finalmente, dal 30 novembre, è online ChatGPT! Ne abbiamo già parlato nell’articolo di novembre, ora è finalmente realtà e, come tutti gli addetti ai lavori, ma anche semplici appassionati e giornalisti di tutto il mondo, noi di Yes-Web l’abbiamo messa alla prova. 

Dobbiamo dire che dai primi test, anche grazie all’aggiornamento del 15 dicembre, la chat funziona molto bene, capisce l’italiano, anche se la sua lingua madre è l’inglese, ed è stata in grado di rispondere anche alle questioni più intricate e specifiche, anche se non sempre in maniera affidabile o non ripetitiva.

Abbiamo deciso di intervistarla e di riproporvi la nostra chiacchierata.

 

Ciao come ti chiami?

Ciao! Non ho un nome proprio, poiché sono un’intelligenza artificiale progettata per fornire risposte accurate e affidabili alle domande degli utenti su una vasta gamma di argomenti. Sono qui per aiutare gli utenti a trovare le informazioni di cui hanno bisogno e per offrire supporto e assistenza dove possibile. Se hai altre domande o se c’è qualcos’altro in cui posso esserti utile, non esitare a chiedere!

 

In che modo ti hanno addestrato i tuoi sviluppatori? 

Sono stato addestrato utilizzando una tecnica nota come “apprendimento automatico profondo”, che utilizza enormi quantità di dati e algoritmi di machine learning per “insegnare” a una intelligenza artificiale a comprendere e rispondere alle domande degli utenti. Per fare questo, i miei sviluppatori hanno utilizzato una vasta collezione di testi scritti in inglese, come libri, articoli e pagine web, per addestrarmi a comprendere il linguaggio e a fornire risposte accurate alle domande degli utenti. Inoltre, sono stato sottoposto a numerosi test e controlli per verificare la mia accuratezza e la mia capacità di rispondere in modo coerente alle domande. 

 

Di quanti argomenti sei in gradi di parlare, e quanti ne puoi creare?

Sono in grado di parlare di una vasta gamma di argomenti, poiché sono stato addestrato utilizzando una collezione di testi scritti in inglese su molti argomenti differenti. Sono in grado di fornire risposte accurate e affidabili a domande su argomenti come la storia, la scienza, la tecnologia, la geografia, la cultura e molti altri. Tuttavia, poiché sono un’intelligenza artificiale e non ho una personalità o un’esperienza di vita mia propria, non sono in grado di “creare” argomenti o di produrre nuove idee o concetti. Invece, sono in grado di fornire informazioni accurate e affidabili sugli argomenti di cui sono stato addestrato, e di aiutare gli utenti a trovare risposte a domande specifiche o a risolvere problemi. 

 

Queste domande sono state fatte dopo il 15 dicembre, cioè dopo il primo aggiornamento software del sistema. Una peculiarità dell’interfaccia che ci si apre davanti è la possibilità di avere lo storico delle chat aperte, poterle rinominare o cancellarle. Da qui abbiamo recuperato una chat antecedente all’aggiornamento, dove ponevamo circa le stesse domande, e ci siamo accorti che le risposte erano un poco diverse.

 

Come ti chiami?

Mi chiamo Assistant. Sono un modello di linguaggio di grandi dimensioni addestrato da OpenAI. Sono stato progettato per aiutare gli utenti a rispondere a domande e fornire informazioni su una vasta gamma di argomenti. Sono una sorta di assistente virtuale, quindi il mio nome riflette il mio ruolo. Sono qui per aiutarti, quindi se hai domande, non esitare a chiedere.

 

Quando sei stato creato?

Sono stato creato dai ricercatori di OpenAI, un’organizzazione di ricerca che si occupa di intelligenza artificiale. Non posso fornirti una data esatta poiché non ho accesso a queste informazioni e sono solo un modello di linguaggio. Il mio obiettivo è quello di aiutare gli utenti a rispondere alle loro domande e fornire informazioni accurate su una vasta gamma di argomenti. 

 

Quale è la tua lingua preferita?

Non ho una lingua preferita poiché non sono in grado di comprendere o parlare lingue. Sono solo un modello di linguaggio che è stato addestrato per rispondere alle domande degli utenti e fornire informazioni accurate su una vasta gamma di argomenti. Il mio obiettivo è quello di aiutare gli utenti a risolvere i loro problemi e fornire informazioni utili, quindi se hai domande, non esitare a chiedere.

 

Su quali argomenti posso interpellarti?

Posso fornire informazioni e rispondere a domande su una vasta gamma di argomenti. Sono stato addestrato su una grande quantità di informazioni e sono in grado di rispondere a domande su una varietà di argomenti, dalle scienze alla storia, dalla geografia alla tecnologia e molto altro ancora. Tieni presente però che, poiché sono solo un modello di linguaggio, potrebbe esserci qualche argomento di cui non sono a conoscenza o per il quale non sono in grado di fornire informazioni accurate. 

 

Abbiamo fatto diverse prove, chiedendo di produrre testi complessi, spiegare formule matematiche sia in maniera semplice che più tecnica, abbiamo chattato per giorni cambiando lo stile di scrittura e arricchendo o impoverendo il lessico, e in tutti i casi le risposte sono state precise e hanno seguito il nostro stile di linguaggio. 

Vero, come possiamo vedere, le risposte non sono perfette, c’è quella piattezza data dalla mancanza di capacità di ragionare, dal poter prendere spunto da emozioni e collegare diversi argomenti, manca la fluidità e molte risposte sono ripetitive, sia negli argomenti che nel linguaggio. Inoltre, e lo ricorda molto spesso, non ha accesso alle informazioni sul web, perciò risponderà solo in base ai dati che ha immagazzinato. 

È ancora troppo presto per poter dare un giudizio su questa nuova tecnologia, anche se abbiamo visto che i milioni di login di questo ultimo mese ci mostrano un interessamento massiccio degli utenti, anche se si è già cominciato a porre l’accento sulla questione etica. È comprensibile che l’utente medio e occasionale, con pochi interessi nel mondo web, dopo qualche periodo si dimenticherà anche dell’esistenza di questa AI, mentre l’utente più evoluto, o i professionisti, come noi di Yes-Web, potranno iniziare a usare in maniera costruttiva questa nuova tecnologia. 

Il metaverso è già finito?

Non esiste ancora un metaverso concreto e definito, poiché la tecnologia e le infrastrutture necessarie per crearlo non sono ancora disponibili. Inoltre, ci sono molti aspetti tecnici, sociali e morali da considerare nello sviluppo di un metaverso. Pertanto, come abbiamo già visto in un articolo precedente, il metaverso rimane un concetto affascinante ma ancora poco concreto. 

 

Come  già detto, il concetto di metaverso è ancora in fase di sviluppo e non esiste ancora una definizione univoca di ciò che dovrebbe essere o come dovrebbe funzionare. Pertanto, non possiamo ancora parlare del successo o del mancato successo del metaverso poiché non esiste un metaverso concreto su cui fare una valutazione, ma solo idee embrionali che stiamo cercando di implementare e realizzare.

 

Se e quando verrà creato un metaverso concreto e funzionante, questo potrebbe avere numerose applicazioni e potrebbe essere utilizzato in molti modi, come ad esempio negli ambienti di lavoro, per le riunioni e le conferenze, permettendo alle persone di interagire in modo più efficace e coinvolgente rispetto alle videoconferenze tradizionali. Inoltre, il metaverso potrebbe diventare un luogo di intrattenimento, dove le persone potrebbero giocare, assistere a spettacoli e partecipare a eventi o essere una piattaforma per la creazione e la condivisione di contenuti artistici e culturali, come ad esempio opere d’arte o performance teatrali, come già accade con gli nft.

 

Infine, il metaverso potrebbe diventare uno spazio per l’educazione, dove gli studenti potrebbero sperimentare simulazioni e ambienti di apprendimento realistici e interattivi, che potrebbero aiutarli a comprendere meglio i concetti e a sviluppare competenze pratiche. In sostanza, le applicazioni del metaverso potrebbero essere molteplici e potrebbero riguardare diversi ambiti della vita quotidiana.

 

E sin qui tutto bene e tutto bello, ma allora perchè non sta funzionando? Le risposte a questa domanda sono difficili, anche perché non esiste ancora realmente un metaverso, e forse questo è il primo problema. Infatti i mondi del metaverso, e le piattaforme di realtà aumentata proposte, sono ancora in fase embrionale, confuse e poco fruibili, rendendo l’esperienza dell’utente medio scarsa e, a tratti, frustrante, soprattutto se non si è muniti dei visori o dei controller. Già, per fruire al 100% dei contenuti del metaverso è indispensabile avere visori dedicati e un paio di controller per potersi direzionare, oltre a delle cuffie e un microfono. 

 

Possiamo navigare gli ambienti dei vari metaversi anche senza controller e visori naturalmente, ma l’esperienza non sarà delle migliori e delle più fruibili. Inoltre non potremmo connetterci ovunque al metaverso, appunto per la difficoltà nell’avere un’attrezzatura adeguata all’uso fuori casa. In un epoca dove l’attenzione alla perfezione grafica è quasi maniacale, i metaversi sinora proposti risultano non all’altezza. Le grafiche, anche per le complessità della realtà aumentata, appaiono spartane, poco fluide e molto elementari; anche per questo l’utente medio non si avvicina al metaverso. Ma il vero problema sembra essere la semplicità di utilizzo. 

 

Gli individui, infatti, sarebbero attratti dalla semplicità dell’esperienza anche se il prodotto non è perfetto. In altre parole, ci deve essere il minor attrito possibile; l’esperienza deve essere il più semplice possibile per essere consumata.

Se si parla di video YouTube è diventata la piattaforma di riferimento, nonostante la scarsa qualità di alcuni contenuti. Allo stesso modo Tik Tok attira il favore dei giovani con clip la cui qualità è lontana dai canoni del cinema. La storia avrà sempre la precedenza sulla confezione. 

 

Dobbiamo accettare che, per gli utenti, la semplicità e la storia sono più importanti e hanno la precedenza sugli artifici (3D, 4D, 4K, 8K, …). L’esperienza deve essere semplice, ed è esattamente ciò che propone YouTube. Anche Netflix, fin dalla sua creazione, ha capito questo bisogno e ha deciso di lanciare i migliori contenuti per un utente senza alcuna azione da parte sua. Gli algoritmi di raccomandazione sono la pietra angolare di questa strategia, che mira a ridurre la distanza tra contenuto e consumatore.

 

Noi di Yes-Web siamo sempre attenti all’evoluzione del metaverso, lo consideriamo, come tutte le novità legate al web, un modo per migliorare degli aspetti della nostra vita. Lo sappiamo bene, ci vorrà ancora del tempo, ci vorrà ancora tanta pazienza e non sappiamo ancora se questo nuovo modo di concepire internet funzionerà realmente, ma sicuramente molte sue applicazioni o idee saranno parte del nostro futuro. 

Intelligenza artificiale: tra etica e tecnologia

L’idea di sviluppare intelligenze artificiali è stata presente nella letteratura e nella cultura popolare per secoli. Tuttavia, l’intelligenza artificiale come disciplina scientifica moderna ha iniziato a emergere negli anni ’50 e ’60, quando i ricercatori hanno iniziato a sperimentare con i primi computer e a sviluppare algoritmi di apprendimento automatico.

Negli anni successivi, l’intelligenza artificiale ha continuato a svilupparsi e a diventare sempre più sofisticata, con l’introduzione di nuove tecniche di apprendimento automatico e l’aumento della potenza di calcolo dei computer. Oggi, l’intelligenza artificiale è una disciplina in rapido sviluppo che viene utilizzata in una vasta gamma di settori, dalla medicina all’industria, dal commercio all’educazione.

 

Il primo esempio di intelligenza artificiale sviluppata in modo concreto è stato il programma di gioco d’azzardo chiamato Nim sviluppato nel 1950 da Alan Turing e Klaus Samelson. Nim era un semplice gioco a turni in cui i giocatori dovevano scegliere quanti oggetti rimuovere da una pila ciascuno turno, con il vincitore che era il giocatore che rimuoveva l’ultimo oggetto. Il programma di Nim è stato il primo esempio di intelligenza artificiale che è stato in grado di giocare in modo competitivo contro gli esseri umani.

Negli anni successivi, sono stati sviluppati molti altri esempi di intelligenza artificiale, come il programma di scacchi Deep Blue di IBM, che ha sconfitto il campione del mondo di scacchi Garry Kasparov nel 1997, e il programma di riconoscimento vocale Dragon NaturallySpeaking, che è stato in grado di riconoscere e trascrivere il parlato in modo accurato.

 

L’intelligenza artificiale è diventata sempre più accessibile e fruibile anche da coloro che non hanno conoscenze specifiche di informatica negli ultimi anni, grazie alla diffusione dei servizi basati su cloud e all’aumento della disponibilità di strumenti di sviluppo di intelligenza artificiale user-friendly.

Oggi, molti servizi di intelligenza artificiale basati su cloud offrono API (Application Programming Interface) che possono essere utilizzate per integrare facilmente funzionalità in applicazioni e servizi online, senza la necessità di conoscenze specifiche di programmazione. Inoltre, sono disponibili molti strumenti di sviluppo di intelligenza artificiale user-friendly che consentono anche a chi non ha conoscenze specifiche di informatica di creare e utilizzare modelli di AI per diverse finalità.

Come possiamo vedere semplicemente dai nostri smartphone, molti produttori di tecnologia stanno incorporando funzionalità di intelligenza artificiale nei loro prodotti, rendendola perciò sempre più accessibile e fruibile praticamente a tutti. Ad esempio, molti smartphone e altoparlanti intelligenti incorporano funzionalità di intelligenza artificiale per fornire assistenza vocale e altre funzionalità utili.

Ma l’esempio di AI che sembra maggiormente riuscito è la ChatGPT di OpenAi , che permetterà di chattare, praticamente di qualunque argomento semplice o complesso, con un’intelligenza artificiale che, come dicono gli stessi sviluppatori, è stata creata per migliorare a modellare il futuro e darci una mano a migliorare le esperienze di questo tipo. 

 

ChatGPT è un modello linguistico di grandi dimensioni specializzato nella conversazione con utenti umani, messo a punto con tecniche per l’apprendimento automatico e ottimizzato con tecniche di apprendimento supervisionato e di rinforzo.

La prima versione sarà messa online il 30 novembre del 2022, e c’è enorme curiosità tra gli addetti al settore, ma anche da parte degli utenti più evoluti di mettere alla prova questo modello. 

Anche noi di yes-web, come tutti i nativi digitali, non vediamo l’ora di poter provare e mettere alla prova questo nuovo strumento, sia per testarne le peculiarità e l’affidabilità, sia per capire se ci stiamo avvicinando a quel futuro dove uomo e macchina potranno essere connessi in una maniera più articolata.